TTIP Servizi pubblici

Difendere i beni comuni e i servizi pubblici

Il TTIP si prefigge l’eliminazione di ogni barriera “non tariffaria” alla libertà di investimento da parte delle imprese multinazionali. Per barriere “non tariffarie” si intendono tutte le normative nazionali e le scelte politiche a livello degli enti locali che, in qualsiasi modo, possano limitare la vitalità commerciale delle imprese, pregiudicandone i profitti presenti e i potenziali profitti futuri.

Nei negoziati in corso fra Usa e Ue, per quanto riguarda il settore dei servizi pubblici, sono esclusi dalla trattativa solo quelli per cui non esista una possibilità di gestione privatistica. Siamo a una riedizione dell’Accordo Generale sul Commercio dei Servizi (Agcs) portato avanti per anni dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, con l’aggravante, prevista dal presente Trattato, della possibilità per le multinazionali di chiamare direttamente gli Stati e gli enti pubblici a giudizio presso un Tribunale speciale per violazione dello stesso, con possibilità di pesantissime sanzioni a carico dei cittadini. Per fare un esempio, se il Parlamento italiano approvasse la legge d’iniziativa popolare sull’acqua per dare realizzazione all’esito referendario del giugno 2011, a Trattato vigente potrebbe essere chiamato in causa da qualsiasi multinazionale fosse interessata alla gestione del servizio idrico. Lo stesso varrebbe per ogni altro servizio pubblico, dalla scuola alla salute.

Problemi: con l’approvazione del TTIP scomparirebbe lo stesso concetto di servizio pubblico universale e ogni servizio diventerebbe frutto di uno scambio privatistico fra l’erogatore e il “cliente” Non ci sarebbe più alcun diritto universale ed esigibile all’acqua, alla scuola e alla salute, ma solo la possibilità basata sul censo di poterlo ottenere.

STOP TTIP perché: fermare il TTIP significa riaffermare i diritti sociali e riconoscere i beni comuni come diritti umani universali. Significa dire “basta” alle politiche di privatizzazione portate avanti dai governi nazionali, dall’ Unione Europea e dagli Usa, all’unico scopo di consegnare i beni comuni e i servizi pubblici ai profitti delle multinazionali.

La proposta: i servizi pubblici servono alla fruizione di beni e diritti che garantiscono la dignità delle persone e costituiscono il tessuto che permea la vita sociale delle stesse. Come tali devono essere gestiti fuori da ogni logica di profitto e con la partecipazione diretta dei lavoratori e dei cittadini.

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