“SOLO IMBALLAGGI DI CARTA”

carta

La carta, questo prodotto della cellulosa non smette mai di affascinarci per quanto possa essere versatile nel suo uso e ri-uso. Infatti è questo il prodotto che può essere più, e meglio di tutti, scambiato nel mercato secondario per essere reimpiegato.

Come? Ma con la raccolta differenziata.

Con questa modalità, che non è altro che antico buon senso (chi non ricorda il caro e buon Cioddo?) agevoliamo ma soprattutto facciamo risparmiare un sacco di soldi, ma proprio un sacco, a quella/e Società che per conto delle Amministrazioni comunali effettuano la raccolta cosiddetta “Porta a Porta”.

Quindi la raccolta differenziata per non configurarsi come sfuttamento del lavoro, cioè di quel lavoro di diversificazione dei rifiuti non retribuito che il cliente-consumatore effettua a domicilio, chiederebbe una contropartita.

Quale? Servizi efficienti, aria salubre etc, etc…

E invece cosa si fa? Si tassa questa abitudine virtuosa con una tassa che prende il nome di TARI.

Perchè paradossalmente si finisce per tassare un impegno civico?

Per disincentivarlo?

Diveva Andreotti: “A pensar male ci si fa peccato, ma spesso ci si indovina”.

Infatti, si comprende bene che poco del lavoro nero svolto a domicilio servirà ad alimentare il circuito virtuoso del rifiuto zero semplicemente perchè è dall’indifferenziazione dei rifiuti che si lucrano i massimi profitti, dal momento che “Rifuto Zero = Profitto Zero”!

“Cosa ci combina il mercato, mi chiederete?” Ebbene si, perchè si parla di mercato quando si parla di soldi e senza economicità (almeno la copertura dei costi con i ricavi per non operare in perdita), non può esserci impresa, nemmeno pubblica.

Ed è su questo principio, esile (dipende da come lo si guarda), essenziale e robusto come l’acciaio, che si fanno profitti giganteschi.

Per cui se volessimo procedere a sviscerare il significato di mercato locale dei rifiuti, impattiamo in una pletora di Attori, Comparse, Controfigure che ruotano intorno alla Reverse Logistics.

Cita Wikipedia: “La logistica di ritorno o logistica inversa è il processo di pianificazione, implementazione e controllo dell’efficienza delle materie prime dei semilavorati, dei prodotti finiti e dei correlati flussi informativi dal punto di recupero (o consumo) al punto di origine con lo scopo di riguadagnare valore da prodotti che hanno esaurito il loro ciclo di vita […]

Altro quesito è il mercato locale dei rifiuti che risulta essere costituito da società pubbliche, miste e private.

Si tratta di: Geofor spa e della Belvedere spa di Peccioli e di altre realtà economiche, che paradossalmente e a ben guardare, più di tutte si conformano al principio della reverse logistics di cui sopra, come la Ferretti Demolizioni di Ponsacco, tanto per citarne una a caso.

Allora attenzione a tutto ciò che mettete nel sacco della carta.

Infatti tutto ciò che ai sensi umani parrebbe essere carta, difatto non lo è, come non lo sono tetrapack, carta da forno, carta per affettati e formaggi, carta lucida da disegno, scontrini fiscali su carta termica…

fonte: Rifiutario

Pertanto se questi contenitori li mettete nel suddetto sacco della carta, differenziate male la carta, che in gergo si dice “sporcare la Differenziata”, se li mettete nell’indifferenziata aggiungete un obolo al vostro centro di raccolta, che deve pagare per smaltirli in discarica.

Pertanto, per non essere indotti in ingannevole errore la pubblica amministrazione ha una grossa responsabilità: fare corretta formazione ed informazione su come debba essere svolta correttamente la raccolta differenziata ma soprattutto far cultura sui consumi responsabili, a partire dall’acquisto dell’imballaggio.

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