fatti un’ATO tutta tua

Vorrei esprimere quelle che sono le nostre perplessita e considerazioni e al termine vorrei fare al sindaco alla giunta e a tutti i colleghi consiglieri in calce al mio intervento una proposta che ritengo di buon senso.

Abbiamo asistito durante la commissione ad una scrupolosa presentazione di questo progetto da parte del Dott. Franco Borchi. Non c’è che dire una bella esposizione, è stato posizionato tutto al posto giusto, un un bel piano dove tutto fila via liscio come se fosse una cosa già vista già compiuta che non lascia spazio ad imprevisti.

A me ha fatto ricordare molto tempo fa, non so se a voi vi è mai capitato, quando andavo dal macellaio con mia mamma, una volta non c’era la coop e la spesa si faceva in bottega nel centro del paese, mia mamma comprava la briciolina e chiedeva o Ademaro ma è bona questa briciolina è tenera, lui in tutta risposta, o Lucia ma che scherzi badaui che ciccia è questa è mondiale! Se non che arrivavi a casa a mangiarla se dio ne guardie ti cascava in terra ti spaccava le mattonelle del pavimento.

Ecco mentre parlava Borchi mi è venuto in mente questo, oltre al fatto che beh è facile parlare ad una platea senza alcun contraddittorio in grado di questionare la vicenda.

Alla fine delle sue parole in realtà è che tutti questo ambaradam che stanno mettendo in piedi è un bel pacco di natale molto ben confezionato ma la scatola al suo interno è vuota e siccome di cornici vuote da riempire, citate anche in questa sede non più tardi di qualche settimana fa, ce ne sono un po’ troppe di questio siamo un po’ stufi.

Tra parentesi sapete tutti la fine che ha fatto quella cornice vuota da riempire vero? Il PD regionale sta facendo una porcata dietro l’altra per infangare le volontà dei cittadini toscani di andare a Referendum dopo aver raccolto oltre 55.000 firme in meno di 3 mesi, l’abroga e la ripresenta sotto mentite spoglie

Tornando nel tema ciò che mi fa desumere quanto ho detto è che tutto l’impianto esposto è stato fondato su parole come potrebbe, ipotizzo, spero, prevedo, dovrebbe, come dire ecc.ecc. Ma signori nelle parole della presentazione non c’è nemmeno una certezza un dato oggettivo verificabile, un documento chiaro e comprovato da fatti, niente di niente solo aria fritta come ama definire un collega seduto in questa stanza quando si parla di questioni astratte.

Non si riesce a capire e la commissione non lo ha fatto, perché mettere tutto dentro un pentolone grande chiamato ATO Costa sia meglio.

Ci sono invece realtà concrete che hanno bacini di utenza ampi assimilitbili a

quelli di ATO costa e mi riferisco a gestioni di HERA IREN A2A con costi procapite elevati compresi tra i 156 e i 126 Eu./ab. Ci sono invece realtà Di più piccole dimensioni con casi limite in cui il costo si aggira sui 75 Eu./Ab.
Se volete li posso citare, li ho trovati in rete ma per questioni di tempo non ho potuto verificarli, nell’eventualità ci sia l’opportunità li approfondiremo

Se mi consentite alcuni dati ve li fornisco io che prova l’esatto contrario, sono dati che si trovano sui rispettivi siti delle società se volete me lo fate presente ve li fornisco e sono:

HERA, con un bacino di utenza di quasi 3.300.000 abitanti e 8 inceneritori, 8 discariche attive e 8 in fase di gestione post mortem, nel 2013 aveva un costo procapite di 156 euro/abitante. IREN, con un bacino di 1.100.000 abitanti, 3 inceneritori, 1 discarica in funzione e 1 esaurita, 138 euro/abitante.

A2A, due milioni e mezzo di cittadini serviti, con 4 inceneritori, 6 discariche attive e 4 esaurite nel 2013 aveva un costo procapite di 126 euro.
Finora abbiamo visto aziende grandi, con molti impianti di smaltimento il cui costo era distribuito su un bacino d’utenza paragonabile o superiore a quello che si verra’ a creare in ATO costa.

Prendiamo adesso qualche dato di aziende con un bacino d’utenza paragonabile a quello di ATO costa ma con meno inceneritori e discariche: COGEME-LGH con un bacino di utenza di 1000000 di abitanti ma “solo” due inceneritori, due discariche attive e tre esaurite aveva nel 2013 un costo procapite di 105 Euro,
Econord, con nessun inceneritore, una discarica attiva e una esaurita, distribuiva sul suo bacino d’utenza di circa un milione di abitanti un costo di 115 euro ciascuno.

il costo di gestione dei rifiuti di Rodigo Mantova : 75 euro pro capite all’anno. «In questa cifra – sottolinea il vicesindaco sono compresi tutti i servizi. Dal porta a porta, alla pulizia dei cimiteri». Il fatto 01/07/2015.

Ma non divaghiamo. Ci avete sempre raccontato che gli impianti servono, ma non avete mai calcolato il reale fabbisogno, preoccupandovi unicamente di soddisfare gli appetiti delle lobbies, con il risultato, nel nostro piccolo, che le gemelle Geofor ed Ecofor, (perche’ anche i costi di Ecofor ricadono sui cittadini) distribuiscono su un bacino d’utenza di soli 340000 abitanti un inceneritore, due discariche attive e due esaurite, e questo si traduceva nel 2013 in un costo procapite di 180 euro.

CEM Ambiente Brianza, con un bacino di utenza di 460000 abitanti ma zero inceneritori ed una sola discarica chiusa da mantenere, costava ai cittadini 108 euro pro capite e

la SECAM di Sondrio, con un bacino d’utenza di soli 170000 abitanti in territorio montano, ma nessun inceneritore e solo una discarica da gestire, costava 116 euro a testa.

Questo per dire cosa? Che non e’ vero che “piu’ grande costa meno”, non so se tutti sapete ma questo tipo di riforma è stata avviata da due anni in ATO sud, sono le 3 province di siena arezzoe grossete, ebbene in quella zona questa variazone ha generato un incremento del costo dei rifiuti del 22% e adesso molti comuni stanno faticosamente cercando di liberarsi, le motivazioni, oltre a quanto detto, sono varie e spesso tecniche ma in primis c’è il forte sospetto che si sia costruito un bando di cara cucito addoso ad un gestore specifico.

infatti in ATO sud la presenza del gestore unico si e’ presto rivelata per quello che e’, ovvero un ulteriore livello di dirigenti da mantenere che poi non fa altro che spezzettare il territorio fra i vecchi ex gestori che a loro volta ricostituiscono la rete di cooperative in subappalto. Naturalmente l’allungamento della filiera si traduce in un aumento dei costi o, nel migliore dei casi, in un peggioramento del servizio a parità di costo.

E’ dimostrato invece il contrario: i comuni che gestiscono “in house” e che NON sono proprietari di impianti ma li utilizzano solo in base alle loro effettive necessita’, sono quelli dove si spende meno.

Mi preme ricordarvi che con questa adesione ci impegneremo irrevocabilmente per i prossimi 20 anni togliendo una delle funzioni fondamentali a cui e demandato un comnue cioè quello della gestione dei rifiuti. I cittadini dovranno subire la tariffazione che ci detterà il GU o meglio in realta sarà determinata da chi ha la proprietà degli inceneritori e delle discariche, sarà la stessa su tutto il territorio ATO, ma avremo la particolarità che per un disservizio non potremo andarci più a lamentare dal sindaco perché se prima la Geofor era lontana adesso il GU è su un altro pianeta.

Pensate anche in caso di inadempienza da parte del Gestore, l’unico strumento a disposizione dell’ ATO costa e’ una procedura conciliativa, con la quale giammai si mette in discussione il contratto ma piuttosto si cerca al massimo una contrattazione.

Del resto non potrebbe essere altrimenti, visto che come abbiamo dimostrato non esiste ne’ esistera’ concorrenza in un ambito cosi’ grande con un unico gestore.

Ma non finisce qui, ci sono impianti come per esempio nel nostro caso GEOFOR PATRIMONIO / ECOFOR che restano fuori dal conferimento.

Questo significa che i futuri rapporti fra il gestore unico e i due soggetti di cui sopra saranno regolati da convenzione. Le convenzione ad oggi non esistono per cui non e’ dato sapere a quali condizioni i cittadini dell’ ATO costa potranno usufruire degli impianti fuori perimetro. Ma l’aspetto piu’ importante e’ quello politico, perche’ costituisce elemento oggettivo dei reali rapporti esistenti tra ATO (cioe’ fra i Comuni) e GU in cui sia Comuni che ATO non sono altro che i garanti della realizzazione delle condizioni normative e legali per le quali il GU definisce nell’esclusivo suo interesse il modello di gestione, la politica degli investimenti e le caratteristiche del servizio dell’intero ciclo dei rifiuti.

La proprieta’ e di conseguenza la manutenzione degli impianti, a prescindere dal loro utilizzo e’ quella che fa aumentare i costi della tariffa.

In pratica il gestore fa cosa gli pare, l’ ATO obbedisce e giustifica e i cittadini pagano: Il delitto perfetto.

Ancora,.. le ripartizione delle quote sbilanciata verso i comuni sede di impianto: in realta’ come abbiamo dimostrato gli impianti dovrebbero poter essere usati solo su richiesta dai singoli comuni e in base alle loro effettive necessita’. con tutta la mia buona volontà faccio fatica a pensare che quei comuni facciano il massimo possibile per raggiungere quote elevate sia per quantità che qualità di raccolta differenziata. Perché non premiare invece chi ha attuato politiche di prevenzione e di gestione sostenibile allora si che noi in particolar modo, e tutto il bacino geofor ne trarrebbe beneficio.

Altra criticità non si è fatto alcun accenno al personale attualmente impiegato, che destini avranno? Sapete di quanti lavoratori si parla?

Nel tempo abbiamo subito un aumento di TARI che ci avete detto era necessario per il passaggio porta a porta, sono passati 2 anni e ancora le tariffe non sono calate di un centesimo.

Non  venite a dirci che il “manifestato” sconto del 10% sia da considerarsi una riduzione di tariffa visto che non distribuite più sacchetti, avete diminuito un ritiro e tolto il ritiro delle potature. Anzi è l’esatto contrario. Adesso ci ritroveremo un tariffa piàù alta e verrete a dirci che è necessario perché poi dopo sarà meglio. Innegabile Borchi lo ha detto in commissione, ha affermato che inizialmente ed inevitabilmente i costi saranno più alti all’inizio, vi ricordate in seguito conterà di risparmiare 30 mln. Ma in futuro 2020?.

Nel complesso di tutte le aziende che dovrebbero confluire ci sono 1411 dipendenti assunti a tempo indeterminato, 109 a tempo determinato, 350 operai legati ai rifiuti dipendenti comunali, 450 esternalizzati. Fonte Simone Millozzi, Sindaco PD di Pontedera cc. Del 15/12 us.

Durante la seduta di commissione il DG non è stato in grado di chiarire con quali soldi verranno liquidati i soci privati FORTI e Pisambiente: hanno solo genericamente accennato al fatto che non ci sara’ esborso di soldi perche’ verranno liquidati con azioni di altre partecipate, ma non e’ dato sapere di quali partecipate si parla, ne’ e’ dato sapere se una volta liquidati, i soci privati non confluiscano in un’ associazione di imprese che poi vada a partecipare alla gara per il socio privato

Infine altra questione che ha fatto tentennare anche il sindaco quella del conferimento delle aree ecologiche, ma stiamo scherzando si parlava di teorie, correnti di pensiero se fare un in modo o nell’altro, ma dov’è tutta questa certezza iniziale? Addirittura si è minacciato l’uso di impianti di proprietà di comuni anche se questi non vengono conferiti e se non ci sarà la volonta della proprietà il tutto secondo Il DG a norma di legge si procedrà per via legale. Peccato che poi, dietro preciso invito di indicarne la norma, snocciola una sfilza di leggi generiche ma non l’articolo di riferimento.

Perchè la legge regionale n. 25 del 1988 è quella che disciplina i rifiuti in generale
la legge 61 del 2007 è quella che ha modificato la prima
il dlgs n. 152 del 2006 è il testo unico dell’ambiente e che anche se si riferisse alla sola parte dei rifiuti .. è un pò lunga al cosa …

la legge istitutivia non è la legge 69 del 2013 … ma la 69 del 2011… è quella generale sulla istituzione degli Ato …
In fondo lo ha detto il Dott. Borchi stesso, nessuno è obbligato ad entrare e noi adesso non vi chiediamo questo ma vi chiediamo solo di rinviare questa decisione al successivo step, prendiamoci un po’ di tempo per approfondire la questione confrontarci ottenere ulteriori chiarimenti non solo nel nostro comune ma di tutto l’ ATO costa.
I fatti fin qui riportati che come tali non sono in discussione, e crediamo siano stati utili per aprire gli occhi, seppur traumaticamente, a chi si dovra’ assumere l’onere di una cosi’ pesante decisione con soli 5 giorni di riflessione.

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