Legge su Omofobia, “Scalfarotto sceso a troppi compromessi”

L’intervista a Giulia Di Vita,

Movimento 5 Stelle.

 

Come avete vissuto questi mesi l’iter della legge?

All’inizio con grande entusiasmo. Quando il PD ci ha proposto di firmare la stessa proposta di legge che avevamo già presentato noi al senato abbiamo accettato subito di buon grado. Credevamo che sarebbe stata una di quelle proposte condivise da diverse forze politiche (Pd, M5S, Sel e Sc) che non avrebbe trovato ostacoli. I numeri c’erano e ci sono ancora. Subito dopo però al momento dei fatti in commissione Giustizia senza essere stati nemmeno avvisati ci siamo ritrovati un testo frutto dall’accordo Pd-Pdlcompletamente diverso da quello firmato da noi. Da quel momento è cominciato il travaglio.

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Quando avete capito che l’iter avrebbe seguito la strada del compromesso al ribasso?

Dalla presentazione del testo a firma Leone-Scalfarotto. Un testo vuoto  privo di significato a cui sono seguite le nostre proteste legittime e il PD ha reagito come se fossimo noi i nemici della proposta di legge e non ha voluto sentire ragioni. A quel punto abbiamo pensato di aver commesso una grande leggerezza, in fase di unificazione dei testi delle proposte di legge sullo stesso tema vengono coinvolti i primi firmatari di ogni proposta per concordare il testo base, nel nostro caso il primo firmatario era Scalfarottoche avrebbe dovuto almeno avvisarci invece ha fatto tutto a nostra insaputa. Le nostre firme sono servite unicamente per permettergli di fare propaganda. Avremmo dovuto presentare una proposta nostra, anche se identica,  così saremmo stati coinvolti anche noi in prima persona. Del resto mai avremmo potuto pensare che Scalfarotto sarebbe sceso a compromessi così tanto, ennesima dimostrazione che il PD non merita alcuna fiducia. Adesso abbiamo imparato come funziona davvero.

Vi aspettavate un esito così impensabile, con tutto il mondo LGBT in rivolta?

Sinceramente no. Il testo è stato molto contestato sarebbe stato un suicidio a livello politico pensare di peggiorarlo ulteriormente e invece il PD non finisce mai di stupirci. Ne vanno pure fieri.

Il subemendamento Gitti, che si inserisce nella cosidetta “Salvavescovi” è stato definito emendamento salva “Forza Nuova”. E’ a rischio l’efficacia dell’intera legge?

Certo. È proprio questo l’aspetto più preoccupante. In aula l’On. Scalfarotto riguardo questo sub emendamento è riuscito a dire che serviva solo “per tranquillizzare” le preoccupazioni immotivate sul pluralismo di idee di Scelta Civica, e soprattutto di parte del Pd stesso, e non si è accorto  – o peggio si – che hanno di fatto aperto una falla enorme nella intera legge Mancino Reale che rischia di non tutelare più nemmeno le categorie già incluse nella legge.

Quali sono i problemi di questa legge, oltre alla questione libertà di espressione?

Sicuramente la mancanza di una  definizione univoca di “omofobia” e “transfobia”, l’ulteriore regalo che hanno fatto al Pdl è stato infatti quello di spianare la strada alla presentazione delle pregiudiziali di incostituzionalità, poi presentate appunto sia da Pdl che Lega che Fratelli d’Italia, che hanno rischiato di far saltare tutto, basati sul principio di determinatezza e tassatività dovuti al fatto che, mancando una definizione chiara e univoca del reato, la norma fosse troppo generica. Tesi assolutamente valida, infatti nella proposta di legge originaria firmata anche da noi il primo articolo era dedicato, non a caso, alle definizioni dei termini utilizzati poi nella legge. Il testo adesso così com’è rischia di essere impugnabile per questo motivo. Il Pd poteva quantomeno pretendere nell’ “accordo” siglato con Scelta Civica l’inserimento della definizione, non credo che sarebbe stato oggetto di divisioni l’intento di voler almeno creare una norma ben determinata e non fumosa.

Giulia Di Vita 00Molti continuano a dire in parlamento che le persone LGBT sono una categoria ristretta che vuole privilegi in più rispetto a disabili, malati, barboni, anziani, lei come la pensa?

Io penso che questo Paese sia così arretrato culturalmente che ci ritroviamo amaramente a fare questi discorsi senza renderci conto della gravità della situazione. Quando ieri in aula ho sentito dalla bocca dei miei “colleghi” dare vita al mercato dei diritti facendo riferimento a categorie di persone, tra l’altro senza chiamarle “persone” ma usando le odiose etichette “down”“disabili”“neri”“obesi”, ecc…, mi sono sentita molto amareggiata. Com’è possibile che in Parlamento ci siano a rappresentare il popolo persone che piuttosto che guidare il progresso culturale rappresentano loro stessi l’arretratezza da cui dobbiamo uscire? Quando viene detto che non dovrebbero esistere norme come la legge Mancino o norme ad hoc per il femminicidio o altri fenomeni particolari io mi trovo anche d’accordo, ma ovviamente se vivessimo in un Paese ideale in cui l’uguaglianza tra cittadini esiste davvero, purtroppo però dobbiamo calarci nella realtà e renderci conto che, per diversi motivi, si sono innescati dei meccanismi sociali preoccupanti che devono essere affrontati anche con norme ad hoc che possano limitare i danni o costituire un deterrente. E’ chiaro che sole norme di questo tipo sono insufficienti, il lavoro vero da fare è di tipo culturale e non lo si può imporre con una legge ma con azioni mirate in diversi campi, dalla scuola, alla comunicazione, agli ambienti di lavoro, alla giustizia, ecc… e soprattutto io credo dall’esempio quotidiano che ognuno di noi è tenuto a dare, in primis da chi ricopre cariche pubbliche.

Più in generale, che prospettive vede in Italia per le battaglie sui diritti civili, dopo questa vicenda?

Se da un lato la risposta politica è molto deludente, al contrario quella della società civile è molto positiva. E’ un fenomeno che finalmente sta prendendo piede con forza, il successo stesso del M5S è uno degli effetti di questo “risveglio” cittadino. Mi fa piacere che la gente si interroghi e rifletta su questi temi e faccia sentire chiara e forte la propria voce ai propri rappresentanti politici, non per forza chi ha votato ma alla classe politica in generale. Noi stessi siamo ormai diventati i terminali di proposte, proteste, critiche, richieste, rimproveri e quant’altro di chi ha votato di tutto, per noi, per il Pd, per il Pdl o non ha votato proprio. Questa battaglia sui diritti civili ne è l’esempio lampante, il punto di riferimento storico a livello politico è sempre stato il Pd o comunque “la sinistra”, da quando invece il nostro impegno e cura sono divenuti evidenti anche su questo tema abbiamo avuto modo di confrontarci con chi prima nemmeno ci considerava e adesso riconosce la validità delle nostre battaglie.

Credo che solo così, facendo pressing sulla politica, si possano indirizzare le scelte politiche secondo il volere dei cittadini, se poi la politica vorrà continuare a restare cieca e sorda ne accetterà le conseguenze. Potremmo avere la forza in questo momento di cambiare davvero, i partiti se ne stanno rendendo conto, stanno provando a cambiare, certo, ancora secondo le loro prassi, ovvero finti cambi di immagine, di nome, di leader, di inni…quando cambieranno davvero invece a partire dall’atteggiamento, dagli obiettivi e dalla sostanza la politica potrà regalare belle sorprese a un Paese che, onestamente, se lo merita.

di Rosario Coco

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Giulia Di Vita, portavoce palermitana del M5S alla Camera dei Deputati,  ha seguito da vicino l’iter della legge contro l’omofobia, un iter che farà approdare in Senato un testo avversato e rifiutato dalla totalità del mondo LGBT e che potrebbe addirittura legittimare l’omofobia. Rosario Coco, amico e portavoce di Gaynet Roma, ha realizzato questa intervista pubblicata su Gaynews.it  e ci ha invitati a pubblicarla a nostra volta. Nel ringraziarlo offriamo ai nostri lettori il primo punto di vista di un rappresentante del M5S su Gaiaitalia.comsottolineando che non hanno mai risposto a nessuno dei nostri inviti ad intervistarli, su nessuno dei temi proposti. Siamo contenti di questa prima volta.

fonte: gaiaitalia.com

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