La tre giorni della battaglia di Ponte di Sacco è un falso storico.
Le fonti ci danno altri luoghi e ben altre circostanze ma il mondo contemporaneo, epoca gender, di questa cultura seleziona e veicola i messaggi che più gli tornano comodi.
Una battaglia, quella che si è andata celebrando, che raccapriccia. Infatti, la storia si fa con le battaglie? Se si è guerrafondai, si!
Ma si sa che da quando sono state realizzate le due porte posticcie che hanno portato alla degradazione del corso Matteotti di Ponsacco, tutto si fa per celebrarle, seppur cinicamente e senza costrutto.
Il cinismo serve a dimostrare la bontà della scelta fatta 15 anni orsono, e la mancanza di costrutto, perchè questi 6 blocchi di marmo buttati là sono anche, ma soprattutto, brutti.
Quindi, nessun giovamento hanno portato né all’economia locale né alla storia.
Chi passeggiando per il corso e vedendo i fondi vuoti, chiusi o sfitti, non ricorda i bei tempi andati, fatti di gente industriosa e arguta, sacrificati ad una “supposta” rivalutazione storica a tutti i costi, anche laddove i contenuti non ci sono mai stati, oppure svuotati.
A darcene l’esempio, e non per ultimo, è il presidente di confcommercio che anche lui ha dislocato, seppur rimanendo in testa alla medesima associazione che rappresenta i commercianti tutti ed è consulente per l’amministrazione in materia di commercio.
Eppure, e nonostante tutto, il corso continua cinicamente a morire.