Meglio la TOLLERANZA o l’UGUAGLIANZA?

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Il “Regolamento per il sostegno economico di persone e famiglie in stato di bisogno” è uno dei punti salienti che è stato oggetto di ampia discussione in Consiglio Comunale e non solo.

L’argomento ha fatto parlare e scrivere molto, ma come sono andate veramente le cose?

Il 17 gennaio scorso fu convocata una Commissione Consiliare per  la stesura definitiva  del suddetto regolamento.  In quella sede avanzammo alcune proposte di modifica e integrazione che essendo state ignorate, abbiamo riproposto al Consiglio Comunale del 31 gennaio.

Innanzitutto, abbiamo proposto di inserire all’interno del regolamento il ricorso al Baratto Amministrativo previsto dall’art.24 del decreto Sblocca Italia e già adottato da molte amministrazioni comunali italiane.  Verrebbe da pensare che sicuramente la maggioranza abbia approvato tale proposta, dato che si tratta di applicare una legge elaborata dalla propria corrente politica, ma no, non è andata così. Tante le motivazioni che ci sono state opposte e tutte facilmente confutabili….ma su questo torneremo in seguito…

Abbiamo poi chiesto alcune rettifiche al testo per rendere più equo l’accesso al sostegno economico, nonché l’introduzione della legge G.U. n.166 contro gli sprechi alimentari. Completamente snobbate.

Ma le proposte che più hanno agitato la platea sono state due in particolare.

L’art. 4 del regolamento, così come è stato approvato, indica i destinatari dei benefici economici previsti e recita così:

“Possono fruire dei benefici economici di cui al presente Regolamento tutte le persone residenti nel territorio del Comune di Ponsacco e le persone e famiglie, comunque presenti nel territorio Comunale in possesso dei seguenti requisiti:

  1. a) donne straniere in stato di gravidanza e nei sei mesi successivi al parto;
  2. b) i familiari di cittadini dell’Unione europea in possesso della carta di soggiorno di cui all’articolo 10 del DLgs 30/2007, i titolari dello status di protezione sussidiaria e dello status di rifugiati ai sensi degli articoli 11 e 17 del DLgs 251/ 2007;
  3. c) stranieri in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 41 del DLgs 286/1998, ovvero gli stranieri titolari della carta di soggiorno o del permesso di soggiorno di durata non inferiore ad un anno;
  4. d) i minori di qualsiasi nazionalità e comunque presenti sul territorio Comunale;
  5. e) tutte le persone dimoranti nel territorio del Comune di Ponsacco bisognose di prima assistenza alle condizioni e con i limiti previsti dalla normativa vigente.”

La nostra richiesta è stata quella di lasciare solo il punto e) perché ONNICOMPRENSIVO e togliere tutti gli altri punti. Il motivo di questa nostra richiesta sta nella conoscenza della lingua italiana. Esiste una parola che più indica un insieme completo, senza esclusione di alcuna parte, della parola TUTTO?

Quando, per esempio, noi pensiamo ad una donna in stato di gravidanza, pensiamo ad una donna incinta e non ad una donna bianca, rossa o nera incinta anzi, la nazionalità o il colore della futura madre non la prendiamo neanche in considerazione in quanto ininfluente sul suo effettivo stato di necessità. Forse, proprio chi si definisce “tollerante” è il primo a fare delle distinzioni se si sente in dovere di fare delle specifiche.

L’altra nostra scandalosa richiesta è stata quella di inserire, tra i requisiti economici di accesso al sostegno oggetto del regolamento, il Decreto del Presidente della Repubblica n. 445/2000 che prevede:

“Per i cittadini residenti comunitari ed extra comunitari, chiedere la presentazione di un documento che attesti l’assenza di titolarità di diritti di proprietà o altri diritti reali nel proprio Stato di provenienza, escludendo i soggetti a cui sia riconosciuto lo status di rifugiato politico e/o la cui ambasciata o consolato autocertifichi il loro status di “indigenza” ( DPR 445/2000).”

 

Ci dispiace che tale proposta abbia sconvolto l’intera maggioranza; ci dispiace che tutti i Consiglieri e la Sindaca abbiano pensato che questa richiesta fosse frutto delle nostre menti razziste. In realtà, si tratta di una legge vigente, frutto della mente del Presidente della Repubblica Italiana…che ci piaccia o no!

Sarebbe da meravigliarsi se noi, Movimento 5 Stelle, chiedessimo di NON applicare la legge e non il contrario…ah già, ma la coerenza non è di moda…

Ma se si considera iniquo inserire l’obbligo al rispetto del decreto vigente perché per alcuni cittadini stranieri non è possibile ottenere le certificazioni richieste dai propri Stati di provenienza, come si può considerare equo l’art. 13, punto h) del regolamento definitivo che riconosce come MOTIVO DI ESCLUSIONE l’ ” insufficiente impegno nel reperimento di risorse nell’ambito del proprio nucleo familiare allargato (familiari tenuti agli alimenti ex art. 433 del C.C.).”? Ciò significa costringere le persone, italiane o straniere che siano, che già si trovano in difficoltà economiche a intraprendere azioni legali lunghe e costose nei confronti di familiari che se volessero o potessero aiutarle lo farebbero già.

A questo proposito, facciamo un altro esercizio di lessico; la parola TOLLERANZA, tanto declamata e acclamata, secondo la lingua italiana, non esprime propriamente un concetto di alta moralità. Tollerare significa sopportare, resistere pazientemente a cose, persone o situazioni spiacevoli. Visto che noi siamo abituati a concepire i rapporti tra individui come relazioni fondate sul rispetto assoluto degli uni verso gli altri e visto che non riteniamo “spiacevole” o “sopportabile” un essere umano per sua stessa definizione, il sentirci dare degli intolleranti da questa Amministrazione non ci ferisce sicuramente.

Torneremo a parlare di baratto amministrativo e di tutti gli strumenti che assicurino una distribuzione delle risorse più equa possibile, sperando di trovare una controparte più disponibile al confronto, nell’esclusivo e comune interesse dei cittadini.

A riveder le stelle…

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